Compleanni rubati – CdMF
“Cronache dal mondo fuori”, perché c’è ancora un mondo fuori, perché c’è sempre un mondo fuori!
La serie di racconti, disponibile anche in edizione audio per non vedenti, nasce dalle storie di chi ha voluto condividere con noi la propria esperienza dei giorni in isolamento nel 2020, per via dell’epidemia dovuta al Covid-19. Per ricevere i racconti direttamente nella tua email iscriviti alla nostra mailing list.
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Ascolta “15 Lettera di compleanno a un’ex amica” su Spreaker.Voce di Matilde Gravili
Lettera di compleanno a un’ex amica
di Matilde Gravili
Cara ex amica,
Oggi è il tuo compleanno ma non parliamo più da sette mesi, quindi non posso farti gli auguri.
Per questo ti scrivo.
In questi giorni di solitudine, nonostante la mia vecchia vita mi appaia lontana, il tuo pensiero mi ha sfiorata tante volte. Mi sono chiesta cosa avremmo fatto, in questo periodo, se fossimo state ancora amiche.
Nella fase uno forse mi avresti chiesto di venire da te ogni giorno ,visto che abitiamo a 10 metri l’una dall’altra e non avrei infranto nessuna regola.
Ma anche se fossimo state lontane, avrei trovato il modo di venirti a trovare, mi sarei studiata una strada a prova di pattuglie e scuse sull’autocertificazione che reggessero abbastanza da non rischiare una multa.
Avremmo guardato i film su donne single indipendenti e fantastiche che vivono a New York, gli stessi che mi facevi vedere quando eravamo amiche e io ero giù di corda. Forse ci saremmo strafogate, avremmo fatto torte e pizze insieme come il 90% degli italiani. Solo che a noi le ricette vengono di merda, non so perché (ripenso a quell’immangiabile dolce al caffè). Comunque, so di per certo che ci saremmo sentite in colpa per tutto quel cucinare e di conseguenza mangiare e così avremmo iniziato a seguire le dirette su Instagram di tutti quei personal trainer che, sentendo la mancanza delle palestre, si sono riversati sui social facendo sentire noi, non amanti del fitness, dei pigri maledetti. O forse avremmo costretto il tuo ragazzo a farci la spesa, l’avremmo mandato alla ricerca disperata del lievito per pizza, a comprarci qualcosa di buono, ad ascoltare i nostri discorsi senza senso, a guardare insieme a noi qualche serie tv scema. Ci avrebbe guardato perplesso come al solito, come faceva quando parlavamo, consapevole che noi due fossimo una setta inaccessibile di complotti, confessioni, drammi, piani malefici.
Nella fase due, iniziata da poco, saremmo finalmente potute tornare ad andare a San Luca, a piedi o in macchina: ad allenarci la mattina o guardarla in silenzio la sera. Ci saremmo perse per le strade sui colli alla ricerca del monumento ai caduti di sabbiuno, per poi finalmente trovarlo e rimanere per 5 minuti perché “fa paura”.
Forse ci saremmo messe nel terrazzo di tua nonna alle 3 del mattino, a parlare fitto di come sia vivere in un momento storico come questo, a chiederci perché sia capitata questa cosa proprio a noi, come ci cambierà questo evento enorme che non sembra nemmeno vero. Ci cambierà? Si ci cambierà.
Ma forse non avremmo fatto nulla del genere, forse no, chi lo sa.
Non so perché dica questo, tu mi hai fatto male, davvero tanto.
Però ti volevo sinceramente e incondizionatamente bene e con te ho passato uno degli anni più belli della mia vita. E so e anche tu me ne volevi, questo lo so. A volte mi metto alla finestra e penso: “oggi è il sei maggio 2020…dov’ero il sei maggio 2019?” Di sicuro insieme a te, nel posto del passeggero della tua macchina, la stessa macchina in cui piangevi e io ti stavo accanto, in cui abbiamo mangiato le patatine tonde che assomigliavano a meteoriti, in cui mi facevi ascoltare le canzoni di Fred Buscaglione, Lucio Dalla e Mac Miller, in cui ti ho detto che sei stata la miglior cosa che mi sia successa nel 2019. Saremmo state in macchina, o al Macondo, o in piazza San Francesco, o in piazza santo Stefano, o dagli amici del tuo ragazzo, o a rincorrere il nostro fumettista preferito. Abbiamo avuto poco tempo per stare insieme, la nostra amicizia non è durata nemmeno un anno, eppure mi sembrava di conoscerti come se fossi mia sorella. Conoscevo e comprendevo ogni tua sfaccettatura, ogni tuo minimo cambio di umore, sapevo cosa dirti per farti ridere e per farti stare bene. Avevo fatto pace con i lati di merda del tuo carattere. Perché ne hai eh, e parecchi, esattamente come tu avevi fatto pace con le mie fissazioni, le mie paranoie e tutte le cose che non sopportavamo l’una dell’altra. Sapevamo che la parte bella di noi era bella davvero, non valeva la pena perdere tutto per gli angoli spigolosi delle nostre menti. Tu eri la forte fra le due, l’estroversa, quella che non si tirava mai indietro se doveva chiedere un’informazione, chiacchierava con gli altri, faceva amicizia. Ammiravo questa cosa, mi facevi da scudo. Ora che non ci sei tu, quando mi trovo in delle situazioni spiacevoli in cui devo conoscere gente nuova e ho l’ansia, penso sempre “cosa avrebbe fatto lei? Se ne sarebbe fregata, sarebbe andata a parlare con quegli sconosciuti che mi fanno tanta paura e avrebbe fatto amicizia”. Mi accompagni ancora in tutte le mie giornate, anche se tu non ci sei più, anche se non lo sai. Anche se mi hai fatto male, anche se ti odio.
Volevo essere come te e tu questo lo sapevi bene, ti sentivi potente, ti piaceva cambiare la mia vita e farla diventare come la tua. Però so che dietro tutto questo c’era tanta insicurezza, tanta sofferenza che nessuno poteva e può far andare via.
Cara ex amica, oggi è il tuo compleanno e questo mi ricorda che sei Toro e io coi toro ci litigo sempre. Avrei dovuto saperlo che saremmo finite così. Anche tu me lo avevi detto a marzo dell’anno scorso: “entro cinque mesi non parleremo più perché io litigo sempre con tutti”. Profetica. Non sei tornata indietro, nonostante tu fossi nel torto. Non sei tornata indietro, non ti sei voltata nemmeno una volta. Non hai chiesto di chiarire. Io si. E tu non hai voluto. Perché lo sai che sei nel torto, perché gli amici non fanno come hai fatto tu: non si legano a persone pur sapendo che quelle stesse persone mi hanno creato una sofferenza infinita. E tu questo lo sai,lo sai e hai paura del confronto. E allora ho chiuso la porta anche io, l’ho chiusa a chiave ma tu trovi sempre un modo di sgattaiolare e venire a sederti sul bordo del mio letto di notte. Mi vieni a cercare nella mia testa e mi trovi sempre, io ti accolgo. Non ho paura di te, non ho paura di dire che mi manchi.
Cara ex amica, oggi è il tuo compleanno e io vorrei abbracciarti, nonostante tutto.