In šāʾ Allāh – إن شاء اللّه Dispatch #08

C’è un ragazzo in bici che disseta i bambini che giocano a calcio nella piazzetta, un calzolaio al mercato che è anche un militare del fronte Polisario, una giovane sorella che sorride sempre e un’altra che racconta i segreti mentre prepara la cena.

Poi c’è uno studente che ogni mattina fa 50 km in autostop per andare a scuola, e un altro che dopo tre giorni che non riuscivamo a farlo nei campi, è andato a Tindouf solo per stampare 15 foto che servivano per una scena, c’è una famiglia che si riunisce solo al venerdì perché tutti passano le settimane in differenti wilayat, un giovane educatore che insegna ai bambini, una regina che gioca a Sigh.

Ci sono muri dipinti e case in mattoni di fango, che si sciolgono sotto la pioggia, lasciando il posto a case nuove in mattoni di cemento. C’è un museo della resistenza che ti sbatte in faccia la storia di un popolo che ha subito e subisce ancora la prepotenza di altri popoli, rivelando nell’azione, nel fronte, nella lotta armata prima e nella non violenza oggi, l’orgoglio e la dignità di una vera nazione.

C’è l’odore delle capre che ti si attacca addosso, la carne di cammello, la preghiera delle 9. Ci sono timeline di post-it scritte in due alfabeti diversi e le facce di questi ragazzi del Sahara che guardano con attenzione le immagini dei ragazzi di Ravenna. Storie che si intrecciano e linguaggi che maturano.

Davanti a noi ci sono ragazzi che vogliono imparare a fare cinema per combattere la loro battaglia. L’esigenza profonda e viscerale di mostrare al mondo le ragioni della propria causa. Un popolo schiacciato, tra un muro e un confine, che non ha mai abbandonato la speranza.

Dalla semplicità delle loro storie, nei ritmi spezzati dal caldo o dal vento, dal freddo o dalla sabbia, di queste giornate passate a girare, montare (quando è possibile) scrivere e viaggiare, sul suono di un saluto così lungo che sembra un canto, giorno dopo giorno stendiamo un filo che si dipana tra le tende e le case di questi campi e che ancora una volta ci porterà a domani… in šāʾ Allāh – إن شاء اللّه.

español

Hay un chico en bici que lleva agua a los niños que juegan al fútbol en la plaza, un zapatero en el mercado que es también militar del frente Polisario, una joven hermana que siempre sonríe y otra que cuenta secretos mientras que prepara la cena.


Luego hay un estudiante que cada mañana hace 50 km de autoestop para ir al instituto, y otro, que después de tres días de intentos en los campamentos, fue a Tinduf para imprimir 15 fotografías necesarias para una escena, hay una familia que solo se reune los viernes porque todos los miembros pasan las semanas en diferentes wilayat, un joven educador que da clases a los niños, una reina que juega a Sigh.

Hay paredes pintadas y casas hechas con ladrillos de barro que se derriten bajo la lluvia, dejando lugar a casas nuevas hechas con ladrillos de cemento. Hay un museo de la resistencia que te echa en la cara la historia de un pueblo que sufrió y sigue sufriendo la prepotencia de otros pueblos, divulgando el orgullo y la dignidad de un verdadero país a través de la acción, del frente, de la lucha armada de los años pasados y de la no violencia de hoy.

Hay el olor de las cabras que se te pega encima, la carne de camello, la oración de las 9. Hay líneas del tiempo de post-it escritas en dos alfabetos diferentes y las caras de estos chicos del Sahara que miran atentamente las imágenes de los chicos de Rávena. Historias que van tejendose y lenguajes que maduran.

Frente a nosotros hay chicos que quieren aprender a hacer cine para luchar su batalla. La necesidad profunda y visceral de enseñarle al mundo las razones de su causa. Un pueblo sofocado entre un muro y una frontera, que nunca jamás abandonará la esperanza.De la simplicidad de sus historias, en los ritmos cortados por el calor o por el viento, por el frío o por la arena, de estos días pasados grabando, montando (lo posible), escribiendo y viajando, en el sonido de este saludo largo como un canto, día tras día tendemos un hilo que se desarrolla entre las tiendas y las casas de los campamentos y que nos llevará hacia el día de mañana una vez más… in šāʾ Allāh إن شاء اللّه.

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