Sembra che i giorni non siano più gli stessi – mi diario de cuarentena

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Il mio diario di quarantena

16/05/2020 – campi profughi saharawi
Sembra che i giorni non siano più gli stessi

Dopo essermi alzato un po’ tardi ho cominciato a leggere le notizie, dato che in questi giorni mi arrischio a leggere la stampa anche se è piena di tristezza, ma bisogna affrontare la realtà della pandemia. Tra le prime notizie che ho trovato ce n’è stata una sulla morte di Julio Anguita, un politico spagnolo che amiamo molto qui nel Sahara per la sua posizione e il suo sostegno incondizionato alla causa saharawi. Questa notizia è riuscita a rovinarmi in parte la giornata, d’altro canto la buona notizia è che il mondo sta vincendo la sua battaglia contro il nemico invisibile, visto che nei paesi più colpiti si stanno registrando dati che danno molta speranza e ottimismo, anche se gli esperti dicono che dobbiamo stare molto attenti perché c’è la possibilità di un’altra ondata di questa pandemia e finché non c’è il vaccino il virus è incontrollabile.

Sembra che i giorni non siano più gli stessi, è vero che siamo chiusi tra quattro mura, ma le nostre menti possono viaggiare e conoscere altri mondi attraverso l’arte, la musica e il cinema. Oggi mi sono reso conto che durante questi 55 giorni di reclusione ho visto 41 film di lingue e culture differenti, ho letto 6 libri su argomenti diversi e ho seguito 3 conferenze su internet sul Sahara occidentale e questo è un buon risultato per me in una situazione di disagio come questa. Per la noia, oggi mi sono messo a vigilare la strada di fronte a dove abito e in un’ora e mezza soltanto sono passate otto auto e questo indica che la gente sta disobbedendo alle misure dello Stato, il che avviene a causa della mancanza di responsabilità dei cittadini.

Secondo la stampa locale qui le cose sono stabili all’interno di uno stato di allarme, nei campi non hanno ancora registrato nessun caso ma siamo ancora nella zona rossa a causa degli eventi che stanno accadendo nei Paesi e anche a causa della debolezza del nostro sistema sanitario, che non è in grado di fermare un virus che ha paralizzato l’economia mondiale.

Stiamo vivendo una situazione durissima, è come se fossimo in guerra, ma contro un nemico invisibile. Dobbiamo agire con la massima responsabilità per sconfiggere questo nemico. Ho la sensazione che alla fine vinceremo senz’altro la battaglia, è solo questione di tempo.

Il diario di Hamudi continua martedì prossimo.

Traduzioni ed edizione a cura di Eleonora Suppi e Valeria Cassino


Hamudi Faraye

27 años, Smara.


español
Mi diario de cuarentena

16/05/20
Parece que los días ya no son iguales

Después de levantarme un poco tarde empecé a leer la noticia ya que en estos días me atrevo a leer la prensa aunque está llena de tristeza pero hay que enfrentar la realidad de la pandemia. Entre las primeras noticias que encontré una era sobre la muerte de Julio Anguita un político español que lo adoramos mucho en el Sahara por su postura y su apoyo incondicional a la causa saharaui. Esta noticia fue capaz de amargar un poco mi día pero por el otro lado la buen noticia fue que el mundo está ganando su batalla contra el invisible enemigo ya que en los países más afectadas están registrando datos que dan mucha esperanza y optimismo pero los expertos dicen que debemos cuidarnos mucho porque hay posibilidad de otra ola de este pandemia y mientras no hay vacuna el virus es incontrolable.

Parece que los días ya no son iguales, es cierto que estamos encerrados entre paredes pero nuestras mentes pueden viajar y conocer otros mundos a través del arte la música y el cine. Hoy me di cuenta que durante estos 55 días en confinamiento he visto 41 películas de diferentes idiomas y culturas y terminé de leer 6 libros sobre temas distintos y seguí  3 conferencias por internet sobre el Sahara occidental y eso es un buen rendimiento para mí en una situación incómoda como esta. Por el aburrimiento hoy vigilo una calle que la tengo en frente donde vivo y en solo una hora pasaron ocho coches y eso es índice de que la gente esta desobedeciendo a las medidas del estado y eso era por la falta de la responsabilidad de los ciudadanos.

Según la prensa local aquí las cosas están estables dentro de un estado de alarma, en los campos aún no han registrado ningún caso pero todavía estamos en la zona roja debido a los acontecimientos que suceden en los países y también por la debilidad del sistema sanitario que tenemos que no es capaz de frenarse un virus que paralizó la economía mundial.

Estamos viviendo una situación muy durísima es como si fuera una guerra pero contra un enemigo invisible. Hay que actuar con la máxima responsabilidad para vencer el enemigo. Al final tengo la sensación que sin duda ganamos la batalla solo es cuestión de tiempo.

El diario de Hamudi va a continuar el próximo martes.

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