Il caso numero 15 a Tindouf e il 10 Maggio dei saharawi – mi diario de cuarentena
I saharawi sono conosciuti per essere un popolo paziente, siccome aspettiamo da più di 45 anni la nostra libertà: siamo i figli delle nuvole.
Leggi tuttoI saharawi sono conosciuti per essere un popolo paziente, siccome aspettiamo da più di 45 anni la nostra libertà: siamo i figli delle nuvole.
Leggi tuttoOggi il nemico è alle porte e il diario di Hamudi si tinge di tristezza e paura.
Continua il racconto della quarantena vista dai campi saharawi. In una situazione sospesa ed estenuata dal lungo esilio e da una apartheid silenziosa il grido di questo popolo è sempre più soffocato dalla attuale situazione di pandemia. Speriamo che questo diario possa arrivare a sempre più persone e che il popolo saharawi possa essere sempre meno solo in questa battaglia.
“Sembra un funerale, il silenzio sta riempiendo de strade di Smara, si muove liberamente senza il permesso di nessuno.”
Continuiamo a pubblicare il diario di Hamudi, attraverso la sua testimonianza ci arriva il racconto della quarantena nei campi profughi saharawi.
Provate ad immaginare di non avere internet veloce, provate ad immaginare per molto del tempo di non averlo proprio. Immaginate di non avere acqua corrente, di non avere economia, sanità, di avere l’energia elettrica razionata, il cibo razionato, di non avere auto, mezzi pubblici, strade asfaltate, medicinali… provate ad immaginare tutto questo in quarantena, pensate che è appena cominciato il Ramadan.
I Saharawi, popolo con una storia e una cultura a cui siamo profondamente affezionati, stanno vivendo esattamente così questi giorni di isolamento.
Qui non ci sono ancora casi di contagio, però la paura cresce giorno dopo giorno; oltre al Covid-19 la scarsità di acqua ci tormenta, le condizioni in cui si trova il campo fanno raddoppiare il dolore.
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