Come eravamo… solo pochi mesi fa – CdMF

“Cronache dal mondo fuori”, perché c’è ancora un mondo fuori, perché c’è sempre un mondo fuori!
La serie di racconti, disponibile anche in edizione audio per non vedenti, nasce dalle storie di chi ha voluto condividere con noi la propria esperienza dei giorni in isolamento nel 2020, per via dell’epidemia dovuta al Covid-19.
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Ascolta “17 Cronache di un distributore editoriale pt.1” su Spreaker.

Voce di Paolo Maoret

Cronache di un distributore editoriale – pt.1

di Paolo Maoret

Ieri ero a Cesena a ritirare dei libri.
A parte il fatto che la giornata è giá iniziata parecchio di merda, per via di un incidente nei pressi di Imola.
Un’ora di coda in autostrada, sole a picco e termometro che segna 20°.
Me ne sto blindato nel mio angusto abitacolo a fare la sauna, un po’ perché chissà quante tonnellate di CO2 stanno emettendo tutti quei mezzi incolonnati… Un po’ perché sto procedendo a passo d’uomo per kilometri fianco a fianco a un Tir con scritto Trasporti Codogno. E di sti tempi non si sa mai.
La mezz’ora di ascolto di un eccellente Zanchini che si prodiga nell’approfondire il tema del giorno, non ha aiutato.
Ma almeno ora conosco la differenza tra epidemia e pandemia.
Grazie Giorgio. Spengo la radio.
Arrivato a Cesena trovo scuole e negozi chiusi, strade deserte. Mi dicono che anche qui la gente si è fiondata nei supermercati a fare giusto un po’ di spesa, che manco il giorno prima di Natale.
Entro in un’azienda per ritirare i libri e trovo di fianco alla reception, un trabiccolo bianco alto quanto me.
La segretaria mi sorride comprensiva.
“Spero non le dispiaccia disinfettarsi le mani…”
“Beh guardi, se vi fa stare anche solo minimamente più tranquilli…” rispondo.
Che poi dell’amuchina gratis mica si può rifiutare.
Esco un po’ perplesso. È il 25 febbraio 2020. Fuori ci sono 20°.
La stessa temperatura che c’era in Antartide pochi giorni fa.
Ma la situazione è sotto controllo eh. Finché ti danno l’amuchina gratis.
Tocca poi ammettere che questo lavoro non è il migliore dei lavori possibili nel bel mezzo di un’epidemia virale.
Forse avrei dovuto continuare a fare il montatore video, visto che in quel caso l’auto-isolamento è perlomeno garantito.
Certo poteva andare peggio: potevo fare l’infermiere, o il camionista di una ditta di autotrasporti di Codogno.
Che poi di sti tempi è già un miracolo avercelo, il lavoro.
Oggi invece consegne a Marzabotto.
Certo rispetto alla cittá, uno come me, un forestiero, è guardato con un misto di timore e sospetto. Nel bar dove mi godo la consueta seconda colazione le persone stanno a circa un metro di distanza, come ordinanza impone.
A me stanno a 3 metri, che non si sa mai.
Due anziani mi squadrano con sguardo torvo mentre attraverso la strada e in alcune aziende non mi fanno nemmeno entrare, mandandomi via come un appestato.
Il primo premio lo vince però il Comune di Marzabotto.
All’ingresso campeggia un volantino con bandiere rosse e nere: “Qui c’è un sindaco antifascista”. Che è anche un buon segno.
Poi entrando nell’atrio, mi trovo di fronte a un’enorme croce rossa posta a terra, con nastro adesivo. Dopo 2 metri un’altra. E un’altra ancora sopra le scale. Il tutto delimitato da reti e cartelli segnaletici che manco CSI Miami.
Sulla croce davanti alla mia, un signore attende il suo turno dandomi le spalle.
Rimango per dieci secondi lí, giusto per provare una nuova ebbrezza. Poi rinuncio alla consegna e me ne torno da dove ero venuto.
Penso di essere fortunato: nonostante i pregiudizi dei valligiani, le limitazioni fisiche d’ogni sorta e le necessarie precauzioni che una situazione del genere prevede…
Almeno posso tornarmene da dove sono venuto.
Mentre a qualche centinaio di kilometri, al confine tra Grecia e Turchia, ci sono MILIONI di persone costrette in un limbo di gran lunga peggiore che non hanno nemmeno una possibilitá di scelta.
Questo è bene tenerlo a mente.

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